L’Archivio Storico della Compagnia di San Paolo è un’importante fonte per lo studio della storia del XX secolo, italiana ed europea. Primo esempio su tutti: i documenti del fondo archivistico Servizio Gestione Egeli dell’Istituto Bancario San Paolo di Torino che gestiva i sequestri di beni agli ebrei in Piemonte e Liguria in seguito all’emanazione, da parte del governo fascista italiano, delle leggi “in difesa della razza” nel 1938 e negli anni successivi. Le pratiche sono centinaia: appartamenti cittadini e proprietà rurali, descritte da inventari analitici, dove sono stati elencati e stimati tutti gli oggetti della vita quotidiana delle famiglie.
La casa è il punto chiave del progetto: famiglia, rifugio, vita quotidiana, sicurezza, spazio privato, spazio segreto, trappola. Queste alcune delle idee che la parola richiama.
I documenti EGELI descrivono le case stanza per stanza, elencano gli oggetti conservati nei cassetti e negli armadi. Come ci sentiremmo se dovessimo rinunciare ai nostri beni? A banali oggetti che incontrando la nostra vita si arricchiscono di significato, custodiscono ricordi, tempi felici, amori e dispiaceri?
È proprio a partire da questa domanda che la casa, un luogo intimo, ma anche una sensazione ed uno stato d’animo, diventa un mezzo straordinario per avvicinare e accrescere la consapevolezza della storia della Shoah e conoscere la molteplicità dei suoi risvolti drammatici.
Far rivivere quelle stanze e quegli oggetti perduti, recuperati grazie ai documenti Egeli, consente di costruire azioni e connessioni con i partner e ci porta anche a riflettere sul tempo attuale, coinvolgendo un pubblico con formazioni diverse. In questo modo il progetto vuole promuovere “il dialogo interculturale e il patrimonio locale legato alla memoria europea”.